PRESENTAZIONE
La figura professionale dell’OSS è uno dei cardini delle azioni di cura. Una persona che entra in contatto diretto con altre persone e che è chiamata a varcare molte soglie.
La soglia di casa, la soglia delle relazioni, la soglia della vicinanza e del contatto fisico. Una professione che frequenta e vive sulla propria pelle le tre i della domiciliarità: “intero” (la persona nella sua unicità, irripetibilità e globalità), “interno” (ciò che la persona custodisce dentro di sé: ricordi, pensieri, affetti, sentimenti, emozioni, desideri, …) e “intorno”, il contesto di cui ciascuno è espressione. Tre elementi che rappresentano l’essenza della domiciliarità e sono di fondamentale importanza per prendersi cura delle persone in qualsiasi contesto e situazione: la casa, la struttura, la comunità. Tre aspetti che l’OSS indaga, osserva e comprende stando vicino alle persone, conoscendole e frequentandole. Una professionalità, quella dell’OSS, che si avvale delle competenze e della propensione a imparare facendo e a rappresentare ciò che si è imparato affinchè altre figure possano intervenire con appropriatezza in progetti individuali sempre più attenti alla vita, ai desideri, alle aspettative e alle speranze delle persone, in qualsiasi condizione esse siano. Una sentinella e un custode prezioso di bisogni, aspettative desideri. Uno sguardo che accompagna al futuro, anche quando questa parola può sembrare priva di senso. Dare senso a qualunque futuro può essere un bel modo per descrivere una delle caratteristiche del lavoro dell’OSS. Una professionalità che deve avere sempre più parte e ruolo nella costruzione della progettualità e nei contesti multiprofessionali.
Con questo seminario La Bottega del Possibile continua a esplorare le peculiarità di questa figura professionale che si evolve nel tempo e ne promuove il profilo che va oltre alla sola erogazione della prestazione.